Artigiani e commercianti verso un soggetto rappresentativo unico
«Sarà messo in primavera il primo mattone della casa comune che darà vita al nuovo organismo unico rappresentativo del mondo artigiano e delle pmi. Il presidente della CNA Ivan Malavasi si è detto, infatti, ottimista sulla brevità dei tempi per l’attuazione del progetto che prenderà forma prima con il manifesto dei valori e poi con le deleghe assegnate. L’organismo unitario avrà la struttura di una fondazione, controllata a livello sindacale da una governance del nuovo soggetto collettivo. Ci sarà un portavoce a rotazione semestrale e organi sottostanti, che sono quelli delle presidenze delle cinque associazioni (CNA, Casartigiani, Confcommercio, Confesercenti e Confartigianato). Sarà inoltre costituito un comitato scientifico, con personalità illustri della cultura, che avrà il compito di elaborare, fra l’altro, le strategie e gli strumenti operativi legati alla comunicazione.
Ogni associazione per la propria parte dovrà votare un mandato esplicito per la realizzazione del progetto, e cioè per la sottoscrizione di questo patto comune. Grande soddisfazione è stata espressa dal presidente CNA, che ha detto: «è un fidanzamento che prelude a un grande matrimonio». I tempi, dunque, sembrano essere maturi per la creazione di un nuovo soggetto unico rappresentativo di tutto il mondo artigiano, come emerso anche dalla tavola rotonda, che si è svolta nell’ambito dell’assemblea nazionale CNA e alla quale hanno partecipato Giacomo Basso, presidente di Casartigiani, Cesare Fumagalli, direttore generale di Confartigianato, Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, Marco Venturi, presidente di Confesercenti e lo stesso Malavasi. Ma se i rappresentanti delle cinque associazioni si sono mostrati tutti d’accordo sulla necessità di costituire questo nuovo organismo, un po’ di incertezza sembra esserci su modalità, tempi e obiettivi da perseguire. Un sì al dialogo ma con cautela è venuto da Sangalli e Venturi. Per il primo il percorso iniziato deve essere un’azione di responsabilità verso le imprese, mentre Venturi ha sottolineato l’importanza di acquisire peso politico. Venturi ha inoltre invitato a semplificare alcune situazioni per superare i contrasti locali e a condividere il progetto con tutte le realtà imprenditoriali. Aperto alla prospettiva del soggetto unitario, invece, Fumagalli, purché però non si risolva in una semplice sommatoria di esperienze, ma in un valore aggiunto per imprese e paese. Posizione fortemente condivisa da Malavasi, che individua la sfida proprio nel creare una rappresentanza utile e al servizio del paese e delle imprese. «Non vogliamo dettare legge a nessuno», ha spiegato, «ma vogliamo dare dignità a un soggetto che è la spina dorsale dell’Italia, una rappresentanza che sarà interrogata dalla politica perché senza di noi non può fare». Ma per il presidente CNA serve anche una forte ambizione culturale e sociale. La carta vincente starà, infatti, nel riuscire a interloquire con tutti i settori: il soggetto dovrà essere capace di rappresentare interessi che sanno saldarsi fra loro. Importante sarà anche entrare in sintonia con la politica, mantenendo, al tempo stesso, la più piena autonomia. Convergenza sul progetto è stata manifestata anche da Basso, il quale ha elogiato la CNA che «più di tutti ha rincorso e ci ha tenuto alla rappresentanza sindacale». Non ripetere gli errori del passato e non sentirsi figli di un dio minore è il giusto modo per andare avanti, secondo il presidente di Casartigiani che, sui tempi dell’attuazione, ha però invitato ad aspettare la rielezione del presidente della Confcommercio, a febbraio».
Con più di 9 mila collaboratori, nelle 1.250 sedi, la CNA comprende 650 mila iscritti di cui 360 mila imprenditori artigiani, 20 mila industrie, 30 mila microimprese e 240 mila iscritti a CNA Pensionati.
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